Ci voleva una miniserie televisiva americana, apparentemente senza pretese, per mostrare al grande pubblico il lavoro di un comune avvocato penalista.
Dopo decenni di giurie imbellettate, artificiose arringhe da Oscar, difensori più simili a supereroi che a uomini, The night of – Cos’è successo quella notte? fa capolino tra le sbarre della giustizia quotidiana con la quale gli avvocati si confrontano.
Storia di Nasir ‘Naz’ Khan, giovane studente di origine pakistana, nato e cresciuto a New York, sorpreso dalla polizia mentre cerca di fuggire da una scena del delitto, la serie tv sceneggiata da Richard Price e Steven Zaillian pone l’accento sulle fasi successive ad un arresto, mostrando allo spettatore ciò che di solito viene lasciato fuori dalla pellicola: la vita in carcere, le coalizioni tra detenuti, le terribili faide interne, i giochi di potere tra la Pubblica Accusa e la Difesa, le scorrettezze mal celate della polizia.
Punto di forza della serie è il disvelamento del fatto che la verità processuale altro non è se non qualcosa di relativo: ogni processo, attraverso testimonianze, indizi, ragionamenti logico-giuridici ricostruisce una versione possibile della realtà storica, una delle tante. La verità assoluta, quel concatenarsi di eventi che hanno portato davanti ad un giudice, resta al di fuori delle aule di tribunale, realtà imperscrutabile agli estranei.
Ciò che però tiene incollato al teleschermo è l’avvocato John Stone, interpretato da John Turturro. Uomo scontroso e solitario, pecora nera tra le law firms newyorkesi, John Stone è difensore fino al midollo, un professionista divenuto patteggiatore per necessità, l’avvocato di tutti coloro che non possono permettersi gli sfarzi di Manhattan.
– Ok, ‘Naz’, ascoltami: non parlare con anima viva, mai più.
Se ti fanno una domanda, una qualsiasi “Come stai?”, “Bella giornata, vero?” rispondi “Non lo so. Parla con il mio avvocato.” –
– Sa che ho fatto per loro? –
– Lo so, e non m’interessa. Finché non sarai accusato non possono farti nulla. –